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NATALE A RIGHE
E QUADRETTI
IL MONDO
RACCONTATO
DAI BAMBINI

di PAOLA RIZZI

 

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"Io e Giorgio (mio fratello) siamo molto contenti all’arrivo del Natale; ma da piccoli era un’altra sensazione quella che provavamo. Sì certo, ora tutti sappiamo che la persona che beve il latte messo da noi sulla finestra non è Gesù Bambino ma sono i nostri genitori; però da piccoli ci credevamo e per noi era una cosa bellissima". Quanto è dura diventare grandi, quanti rimpianti per quella stagione della vita dove il soprannaturale è semplice percezione del concretissimo fantastico in cui si vive immersi 24 ore al giorno. Certo, fa specie se ad arrendersi alla dura legge della realtà empirica è una bambina di 10 anni di Lonate Pozzolo che nel 1971 fa queste amare considerazioni nel cappello di un tema intitolato 'Sui doni di Gesù Bambino', stroncando nelle prime righe l’ eventuale intento catechistico del maestro/maestra.


È un estratto del libro 'Il prossimo anno faremo le vacanze di Natale sulla Luna' (20 euro, http://www.archivioquaderni.it/natalesullaluna/) che offre un piccolo campionario del materiale raccolto in più di vent’anni di ricerche nell’Archivio dei quaderni di scuola (archivioquaderni.it), una straordinaria collezione di quaderni, lettere, diari e temi di bambini di tutto il mondo dal 1770 al 2012 che tra pagine a righe e a quadretti raccontano evoluzione, linguaggio, credenze, curiosità, calligrafie con cui si è espressa la mentalità infantile nell’arco di quasi 250 anni. Sono circa 2500 i documenti raccolti, catalogati, tradotti e digitalizzati grazie alla passione di Thomas Pololi, che dopo essercisi dedicato nel tempo libero da altri mestieri ne ha fatto ora un lavoro a tempo pieno, soprattutto dopo il riconoscimento ufficiale nel 2014 da parte della Sovrintendenza Archivistica. Uno sforzo che nel 2023 si tradurrà nell’apertura al pubblico di un vero e proprio Museo dei Quaderni , unico al mondo, in via Broletto 18, nel cuore di Milano.



Il libretto strenna sul Natale serve anche a raccogliere fondi per il museo, i cui materiali sono comunque già ora consultabili su richiesta e vanno regolarmente in trasferta nei laboratori nelle scuole, dove bambini di oggi si confrontano con i racconti di quelli di ieri, e nelle mostre a tema, preziose quelle allestite con il materiale dei bambini durante il tempo di guerra, forse le testimonianze più intense, per leggere la grande storia dal livello raso terra dei più piccoli.



Anche nel libro sul Natale la guerra irrompe all'interno di diari e temi: "Passando davanti alle vetrine mi accorgo che non sono belle come nei tempi passati – scrive una bambina pisana di quinta elementare nel 1942 -. Nelle mostre dei balocchi non si vedono più le belle bambole di porcellana con quei loro occhietti che sembrano veri. Nelle pasticcerie l’esposizione è più modesta. Non vi sono più i Panettoni Motta, nè le torte finissime adornate di crema o di piccoli fiori di cioccolato, solamente qualche panforte, dei pasticcini, e bottiglie di liquori. I negozi alimentari non mostrano più i bei prosciutti ed gli appetitosi, grassi formaggi; solamente poche cose che non fanno l’acquolina in bocca. Le vetrine di manifatture hanno sempre variopinti colori di stoffe invernali. Purtroppo la nostra Patria come le altre Nazioni risente le mancanze imposte dai tempi che corrono, la guerra ha creato tanti sacrifici al popolo Italiano. Ma io sopporto con buona volontà quest’epoca di dura prova, sperando nella Vittoria che compenserà ogni cuore. I negozi ritorneranno pieni di ogni ben di Dio e il sofferto farà più bello ogni ricompensa che ci verrà data".



Nell’archivio anche testimonianze ben più drammatiche, come quelle di una dodicenne giapponese nel 1944 sotto i bombardamenti degli alleati, di piccoli milanesi sfollati, o dell’adolescente francese che descrive sul diario la fuga dai nazisti.

Tanta anche la propaganda che passa nei dettati, nelle lettere e sulle copertine dei quaderni, vero campionario di ammaestramento delle masse, inneggianti all’Impero coloniale o all’accordo di Monaco del 1938 con un Mussolini impettito o all’eroico lavoratore o soldato comunista sulle copertine dei quaderni cinesi o russi. Le nazioni presenti, oltre all’Italia, sono 35 con circa 1000 documenti, tra cui il più antico, un libretto di esercizi di un bambino inglese del 1773, e il più recente, un quaderno del 2012 di un bambino del Ghana con in copertina la famiglia Obama, formidabile miraggio di riscatto afrodiscendente.



Anche per la quantità di materiale da tradurre si è creata una rete di volontari e dal 2014 l’associazione Quaderni Aperti, che affianca l’attività dell’archivio nel lavoro di promozione e catalogazione, di cui si può avere un assaggio anche nella piattaforma web, realizzata grazie al crowdfunding, nella pagina Facebook e su Instagram, dove il materiale digitalizzato viene pubblicato ed è godibile da tutti.

Non c’è dubbio che una delle fascinazioni principali di questi reperti sia, oltre che nei materiali, carta e cartoncino, nella scrittura a mano, nella calligrafia rotonda o stentata, nelle correzioni e negli errori marchiati in rosso, che in epoca di device e messaggi vocali restano ormai confinati sui quaderni di scuola ma che potrebbe ben presto finire nell’obsolescenza. Un rischio che Pololi non teme: "Siamo pronti a raccogliere testimonianze infantili su qualunque supporto, dai podcast ai video, ma è ancora ampiamente riconosciuto da tutti che la scrittura manuale sia molto importante per i collegamenti tra corpo, cervello e memoria nell’apprendimento".



L’altro elemento suggestivo per chi sbircia nell’archivio è lo stile: "A vedere i testi dei bambini di un tempo rispetto a quelli di oggi sembra di leggere un discorso di Mattarella, ma non c’è dubbio che questo possa anche dipendere dal fatto che chi conserva le cose d’infanzia di solito è chi ha spazio e se lo può permettere, quindi vive in un contesto privilegiato".



Tornando al tema del libretto natalizio, gran parte dei testi, soprattutto quelli più recenti, parla di regali e quindi di consumi, come fa questo bambino bergamasco che nel 1992 spiega: "Ormai è passato molto tempo dalla prima volta che ho scritto la letterina a Santa Lucia. Chiedevo giochi da fare all’aperto, pistole, giganteschi robot Transformers, trenini elettrici. Tutti questi regali mi piacevano molto perché per me era divertente vedere le cose muoversi velocemente e, alcune volte, fermarsi di colpo". Ma il titolo si deve all’irrompere delle imprese spaziali sulle prime pagine dei giornali con la missione Apollo 11 sull’allunaggio. È tratto infatti dal tema del 1969 di un bambino milanese di quarta elementare, 'Il prossimo anno faremo le vacanze di Natale sulla Luna'. Chissà che troveremo. Svolgimento: "Meno cinque, meno quattro, meno tre... Sta per partire il razzo che mi porterà a trascorrere le vacanze di Natale sulla luna… Ecco il razzo si stacca da terra, prende quota, vedo la terra rimpicciolire, mi pare di vedere la mia patria ed anche la mia Milano con la Madonnina del Duomo, vedo anche delle masse blu, sono gli oceani …"

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