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LA MILANO DI...
ANDRÉE RUTH SHAMMAH





di Massimo Cecconi

Qual è oggi il suo rapporto con Milano?

Milano per me sono le persone che l’hanno abitata. Ancora adesso riconosco alcune piazze, alcune strade, ricordandomi degli amici che ci abitavano e che andavo a visitare: Franco Loi, Philippe Daverio, Ottiero Ottieri… Ogni via è una persona, è l’eco di una voce; quella di Filippo Timi, di Ornella Vanoni, Valentina Cortese. Milano è tutti i “grandi milanesi” che, quando sono entrata al Piccolo Teatro, mi sono d’un tratto ritrovata accanto: Franco Parenti, Giovanni Testori. Il mio rapporto con me stessa, con la mia identità, è nato lì, in quel momento. Dunque, l’amore per Milano per me si identifica con la scoperta della mia personalità, con il mio ritrovarmi nel luogo in cui ero finalmente diventata me stessa. Con la nascita del mio amore per il teatro.

Andrée Ruth Shammah - foto di Noemi Ardesi

Perché vivere oggi a Milano?

Gadda ha detto che “Milano è una brutta e mal combinata città”: ha ragione. Non esiste una città più mal combinata di Milano per la stratificazione disordinata dei suoi stili, per l’alternarsi privo di logica degli edifici che sorgono uno accanto all’altro senza un apparente disegno originale. È come se epoche diverse si fossero casualmente ritrovate lì, una di fianco all’altra, senza sapere il perché. Ma è proprio questo che la rende così affascinante: come se dentro se stessa contenesse mille Milano diverse. È una città in costante movimento, i suoi quartieri si evolvono, fino a diventare irriconoscibili in pochi anni. Quando la si osserva, camminando per le sue strade, trasmette energia, un coraggio di osare cose nuove e diverse e per questo è uno dei pochi posti al mondo in cui è davvero possibile diventare la persona che si sognava di essere.

Margini di miglioramento…

Se dovessi immaginare una Milano del futuro, una Milano “migliore” immaginerei la campagna irrompere nella città; i giardini condominiali e le case private con l’orto come a Bangkok. Immaginerei una città a misura delle donne, visto che ormai sembra che molte analisi riconoscano che questo migliorerebbe la qualità della vita di tutti e magari le vie, finalmente, con un po’ di nomi di donne illustri (ce ne sono, oh sì ce ne sono!).

Un luogo, uno solo, che rende Milano speciale?

Sarà anche banale ma la mia risposta non può che essere il quadrilatero tra via Pier Lombardo, via Vasari e via Botta. Il perché è abbastanza semplice; solo qui riesco a far vivere ogni parte di me, solo qui ogni aspetto della mia personalità trova il modo di esistere.

Il salone Pier Lombardo

Spazio agli affetti: un ricordo personale che la lega a questa città?

Via Fatebenefratelli, il mio primo incontro con Testori. Per me, ricordare quel giorno è ricordare mio padre che non voleva che facessi teatro e poi mi ha presentato questo signore, è ricordare l’inizio, il punto di partenza dell’avventura del Salone Pier Lombardo.

Un piatto della cucina milanese assolutamente da assaggiare?

In verità adoro la cucina siriana. Chissà forse un giorno assaggerò una cassoeula lombardo-siriana, potrebbe essere un’interessante commistione… 

Sfatiamo una leggenda? Milàn l’è un gran Milàn?

Milan l’è un gran Milàn, perché pur essendo “picinìn” c’è tutto quello di cui si ha bisogno, c’è una grande vitalità ed eterogeneità in uno spazio relativamente piccolo.

In una parola sola: Milano è…?

La mia vita.





Andrée Ruth Shammah
Dopo l’ esordio come assistente alla regia al Piccolo Teatro di Giorgio Strehler e Paolo Grassi, ha fondato nel 1972, con Franco Parenti  e altri artisti ed intellettuali (Giovanni Testori, Dante Isella, Gianmaurizio Fercioni) il Salone Pier Lombardo, divenuto poi Teatro Franco Parenti alla scomparsa dell’attore nel 1989. Regista e artista a tutto tondo oltre che imprenditrice, nel corso della sua lunga carriera ha firmato oltre cento regie, molte delle quali nella storia del teatro italiano, dirigendo artisti come Franco Parenti, Adriana Asti, Filippo Timi, Alessandro Haber, Isabella Ferrari, Anna Galiena, Giuliana De Sio, Gioele Dix, Carlo Cecchi, Ivana Monti e Massimo Dapporto per citarne alcuni. Le sue regie spaziano dai classici ai contemporanei, con una particolare attenzione agli autori milanesi e al “teatro fuori dal teatro”, investendo alcuni luoghi topici della città, come il Castello Sforzesco, la Villa Palestro, il complesso di Brera. Per il Teatro alla Scala ha diretto le opere Variété di Maurizio Kagel e L’elisir d’amor di Gaetano Donizetti. Tra i numerosi riconoscimenti che le sono stati conferiti si ricordano il Montblanc de la Culture Arts Patronage Award nel 2011, il Premio della Critica “Paolo Emilio Poesio” 2015 dell’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro, il Premio “Mela d’oro” Marisa Bellisario nel 2016, il Premio Internazionale Ivo Chiesa - Una vita per il teatro (2020) e il Premio Le Grandi Guglie della Grande Milano (2021). Il 14 luglio 2019 è stata nominata, dal Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, Chevalier de la Légion d’honneur. Per la sua irrequietezza intellettuale, per il suo mettere in discussione tutto, che, a volte, diventa approccio creativo e metodo di ricerca nei suoi progetti artistici, imprenditoriali e nelle sue regie, Andrée Ruth Shammah occupa indubbiamente un posto unico nel panorama teatrale italiano.



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