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IL MARE.
VIA DEL VANTAGGIO 19


di ANNA DI LELLIO

Fotografie di Anna Di Lellio

22 feb 2021

via del vantaggio

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Siamo quasi arrivati a via di Ripetta, lasciando alle nostre spalle il Tevere, quando troviamo al numero 19 di via del Vantaggio.


via di ripetta

Ma per essere precisi, come si legge sulla porta, alle coordinate 41° 54’ N e 12° 28’ E, ll Mare, Libreria Internazionale. Nelle giornate grigie le sue vetrine mettono allegria.

Sarà per gli scaffali turchesi che espongono libri aperti su illustrazioni di barche e oceani blu ma anche graziosi oggetti di ispirazione marina, da pesci a sirene e tuffatori, o strumenti di navigazione come bussole e sestanti. Di mappe e carte nautiche ce n’è un bel numero nei cassetti, anche loro turchesi, del mobile in fondo, al centro del negozio

Quando sono entrata nella libreria e ho conosciuto la proprietaria Giulia D’Angelo che la gestisce con il figlio Marco Firrao, sono anche entrata in una matassa di storie, da quella personale di Giulia a quella delle librerie romane, del piccolo commercio, e perfino dello stoccafisso. Sono storie che partono anche da molto lontano ma tutte tornano in questa piccola libreria specializzata sul mare.

Giulia dice che Il Mare nacque da una tragedia: la morte del suo compagno nel 1975. Era stata un’uscita a mare come tante altre per loro, appassionati di subacquea. Tutti tornarono in superficie tranne lui, che trovarono dopo, sul fondo del mare dell’Argentario, dentro una rete, probabilmente colto da malore perché le sue bombole contenevano ancora ossigeno. Giulia si trovò all’improvviso sola, con un figlio di 13 anni e un lavoro precario a Il Manifesto. Quando alla libreria Al Tempo Ritrovato, a piazza Farnese 103, si decise di cambiare tema, l’assunsero a gestire una libreria sul mare, conoscendola per i suoi pezzi esperti sulla rivista Il Subacqueo.

Al Tempo Ritrovato era stato un popolare punto di incontro per intellettuali di sinistra ma anche per il quartiere. Per “fare il verso” al proprietario Giorgio Sammartin, Mara Venier aveva chiamato “Tempo Perso” il suo negozio di vestiti usati a Campo dei Fiori. Negli anni settanta non c’era ancora la crisi del libro, e anche Il Mare di Giulia andava bene, certamente anche perché era frutto della sua grande passione per il mare. Ma Sammartin decise di venderla per concentrare più tempo e investimenti sulla sua altra libreria, La Rinascita dell’Università a via dei Frentani. Fu così che nel 1977 Maria Luisa Moretti e Simone Carbonel acquistarono i locali de Il Mare per fondare la libreria delle donne, mentre Giulia ne acquistò il nome.

Il Mare rinacque al numero 22 di via di Ripetta, all’interno del cortile del palazzo Cherubini-Cavalcabò dove passò la sua infanza Eleonora Fonseca Pimentel, intellettuale protagonista della rivoluzione repubblicana a Napoli nel 1799, avventura che le costò la vita. Il Mare ebbe una esistenza effervescente in quel palazzo seicentesco.

Nell’ottobre del 1987 Giulia lanciò la rivista Mare, uno zibaldone mensile, talvolta bimensile, su quello che lei chiama il Sesto Continente. Nel suo mare non ci sono frontiere nazionali, temporali e culturali.

Giulia e Bernard

Due anni dopo la libreria si spostava a via del Vantaggio 19, la sede attuale, all’inizio arricchita da un grande spazio sulla stessa strada ma più vicino al fiume, dove oggi si trova il negozio di scarpe Holypopstore. La serata d’addio a Ripetta fu memorabile con la presenza di Bernard Moitessier, il grande navigatore che nel 1969 rinunciò a vincere la Golden Globe Race, prima regata attorno al mondo in solitario, quando invece di tornare al punto di partenza in Inghilterra continuò la sua navigazione, superò per la seconda volta il Capo di Buona Speranza, e percorse un altro mezzo giro del mondo, senza scalo, direzione Tahiti. Fedele al suo personaggio generoso, Moitessier accettò l’invito senza chiedere compensi perché, disse, amava l’Italia e gli italiani gli erano simpatici. Alla libreria lasciò un suo schizzo e un affettuoso ricordo.

Alla libreria Il Mare non si andava e non si va solo per acquistare libri, oggetti, strumenti e carte.

Per anni è stato un centro di incontro e scambio di conoscenze sull’intero mondo che gravita sul mare: la navigazione, l’ittica, l’ambiente, la guerra, ma anche la scrittura e la poesia. Monica Vitti era di casa tra i clienti più famosi, ma l’albo degli ospiti si legge come una A-list di personaggi legati al mare: da Cousteau a Mayol e Maiorca, da Settepassi a Ramon Bravo e Mensun Bound. Folco Quilici ha presenziato a diversi eventi culturali e sociali della libreria.

Dietro questa attività, c’è tutta una storia di barriere politiche, burocratiche e finanziarie. Prima della riforma Bersani del 1998, che fece sparire d’ un colpo le licenze commerciali, Giulia aveva subito una lunga serie di molestie: da parte dei vigili, che giornalmente visitavano la libreria per chiederle di esibire una licenza che lei si rifiutava di comprare; e da parte dei politici o dei funzionari intermedi, che avrebbero potuto aiutarla ma non lo facevano senza che lei, giovane e attraente, desse loro qualcosa di sè in cambio. Era stata salvata prima dall’idea di fondare un’associazione culturale nel 1981, che le dava più autonomia, e poi da un socialdemocratico al comune che le dette la licenza. Lo ricorda ancora con una certa sorpresa, lei che era stata segretaria della sezione del PCI all’EUR, radiata dal partito con il gruppo de Il Manifesto.

A via del Vantaggio, all’inizio in affitto dall’ INAIL, Giulia si tuffò nell’ acquisto del locale durante la fase della cartolarizzazione. Navigare la complicata privatizzazione dell’ immobile dell’ente pubblico non fu facile, ma ancora più difficile è stato poi sopravvivere come piccolo commercio nel bel mezzo della perfect storm della crisi della lettura, la crisi del cartaceo, l’aumento dei costi, l’avanzare inarrestabile di Amazon, e infine il covid-19. A scorrere le pagine del sito dedicato alla rivista Mare, che ora esiste solo online , si trovano centinaia di annunci e resoconti di eventi: l’ultimo, il 21 febbrario 2020, la presentazione del libro dell’archeologa subacquea Alba Mazza, Il cosiddetto “relitto di Pignataro di Fuori” di Lipari.

Con una revisione del contesto dell’età del bronzo a cinquant’anni dalla sua scoperta, Casa Editrice Arbor Sapientiae di Roma, specializzata nel settore storico archeologico. Il Mare ha anche una sua piccola casa editrice e il libro edito dal figlio di Giulia, Marco Firrao, è quello che ha immediatamente catturato la mia attenzione di montanara/cittadina che per il mare ha un amore assoluto ma sul mare ha una ignoranza profonda: La Storia della Querina. Nelle tavole del maestro Franco Fortunato.

La racconto così come me l’ha raccontata Giulia, che racconta le storie benissimo con uno stile diretto e una cadenza inconfondibilmente romana. “Nel ‘400-‘500 La Querina, una caracca veneziana, fece naufragio a Lofoten, in Norvegia. I naufraghi furono accolti dagli abitanti, che sono i maggiori produttori dello stoccafisso, sai, il merluzzo seccato al sole, è diverso dal baccalà che si conserva sotto sale. Tornati a Venezia, hanno portato lo stoccafisso che gli avevano regalato, e da allora noi siamo I primi importatori di stoccafisso da Lofoten. Ma la storia prosegue. Lo stoccafisso è arrivato a Mammola in Calabria, perché l’acqua lì ha un certa temperatura, sempre quella, che è la migliore per l’ammollo dello stoccafisso, che devi ammollare per alcuni giorni prima di cucinarlo. E perciò noi siamo i primi esportatori di stoccafisso ammollato a Mammola, un paese di 50 abitanti e 100 ristoranti, dove fanno solo lo stoccafisso alla festa di metà Agosto, appunto dello stoccafisso. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Norvegia perse tutte le sue imbarcazioni, e dopo la Guerra andava cercando chi potesse rifornirli. Trovarono i cantieri di Ancona, e li pagarono con lo stoccafisso. Infatti ad Ancona mangiano lo stoccafisso.” Esprimo meraviglia alla ricchezza di questa storia di mare e di pesci, che per Giulia, biblioteca ambulante, è un ulteriore invito a suggerire una nuova lettura. “C’è un bellissimo libro chiamato Merluzzo, un pesce che ha sfamato l’umanità, è della Mondadori ma è esaurito, un bellissimo libro se te capita….”

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