VIGNA
MICHELANGELO
ARMONIE FRA STORIA
E PAESAGGIO

di ILARIA GUIDANTONI

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A Firenze Donne Fittipaldi ha già festeggiato il primo compleanno di Vigna Michelangelo, balcone naturale affacciato sulla città, composta fino al 2024 da pochi filari e che lo scorso anno ha visto la messa a dimora di 700 nuove piante. Il terreno, orientato a nord-est, è gestito appunto dall’azienda agricola Donne Fittipaldi di Bolgheri, presieduta da Maria Fittipaldi Menarini – un’esperienza ventennale nella tenuta di Bolgheri - che con le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina si è lanciata nel progetto con entusiasmo. Non senza emozione, in occasione del primo anniversario, Maria Fittipaldi ha raccontato il valore sentimentale della casa e della vigna, particolarmente amate da suo padre Mario, ricordi dell'infanzia. Vigna Michelangelo, sulla collina di piazzale Michelangelo da cui prende il nome, dalla parte di San Niccolò, fa parte dell’Urban Vineyards Association presieduta dall’italiano Nicola Purrello – con il suo vigneto urbano a Catania ai piedi dell’Etna – che comprende esperienze da 10 paesi in 4 continenti, per un totale di 21 vigneti urbani, da Venezia a Torino, da Parigi a Barcellona, da Londra a Los Angeles, da Brasilia a Melbourne.


(Le Donne Fittipaldi)


Il progetto è pensato per ricostruire un ambiente armonico tra patrimonio rurale, storico e paesaggistico, proprio di comunità ancora lontane dall’industrializzazione. L’impianto fiorentino è stato completamente riconvertito con allevamento ad alberello, compatibile con la pendenza del terreno, in simbiosi con le piante di olivo già in produzione. Si tratta della forma più antica di allevamento conosciuta, già praticata da Greci e Romani, che garantisce maggior qualità ma è anche la più costosa. Permette di controllare molto bene lo sviluppo arboreo della pianta e tenerlo limitato, a favore di una migliore crescita dei grappoli. Non ci sono i classici filari con i fili di ferro, ma ogni vite è protetta e si appoggia ad un piccolo tutore di legno. Questo richiede un lavoro personalizzato e a mano, complesso. Le varietà sono state selezionate puntando ai vitigni più tipici della Toscana, compresi quelli in via di estinzione. L’ispirazione non è solo di carattere produttivo ma anche culturale, un omaggio alla Toscana e a Michelangelo: associazione di idee nata spontaneamente, con l’artista che aveva acquistato una tenuta in Chianti, vicina alla torre Nectar Dei, poi diventata Fattoria Nittardi. In tal senso è stato pensato anche il vigneto, come un’architettura verde, un vigneto giardino (definizione dell'agronomo Stefano Bartolomei) integrato nell’ambiente circostante.


(Il prato che si affaccia su Firenze)


Per quanto riguarda il vino l’enologo Emiliano Falsini, che segue gli aspetti tecnici della nuova realtà insieme a Bartolomei, ha scelto la tradizione, nel senso della riconoscibilità varietale delle tipologie tipicamente toscane con la base del Sangiovese, con 300 viti – scelti i cloni nella selezione CCL2000 - guardando però allo stile contemporaneo che, si sa, chiede freschezza, bevibilità ed eleganza. Sono 150 le viti di Canaiolo, anch’esso vitigno molto diffuso in tutti gli areali chiantigiani, utilizzato per conferire eleganza e leggerezza ai Sangiovese più austeri, così come per il vino d’annata con la pratica del “governo alla toscana”. Cento viti sono di Foglia Tonda, vitigno coltivato con successo in Val d’Orcia e nella Valle dell’Arno che, unito al Sangiovese, conferisce al vino maggiore robustezza e longevità. Altre 100 viti sono di Pugnitello, varietà che sta offrendo interessanti risultati nella Regione, e che deve il suo nome alla caratteristica forma del grappolo a piccolo pugno chiuso.


(Una proiezione su come sarà Vigna Michelangelo nel 2027)


Infine, 50 viti sono di Colorino del Val d’Arno, conosciuto anche come Abrostino o Abrusco. Il nome è dovuto alla sua buccia, intensamente dotata di colore rosso cupo. In autunno le foglie si colorano di un rosso fuoco e le sue striature rosso violacee in prossimità di qualche nodo offrono un effetto scenico unico. Il futuro di Vigna Michelangelo è pensato non solo in senso strettamente enologico ma anche culturale, con visite e passeggiate tra i filari, con una vista mozzafiato. Il prossimo appuntamento sarà per la prima vendemmia attesa nel 2027 e dalla prima botte si ricaveranno 700 bottiglie che saranno vendute in aste di beneficenza con finalità di sostegno sociale.





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