GASTRONOMIA
RISTORANTE:
SCOMMESSE
DEL BOEUCC

di ILARIA GUIDANTONI

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Un’istituzione storica milanese si reinventa fra tradizione e innovazione: il Boeucc, “buco” in milanese, che nel nome porta forse l’origine ma non l’allure della gloria, certo nulla a che fare con le ‘buche’ toscane. Il locale nacque nel lontano 1696 in via Borgogna, vicino San Babila, e nel 1939 fu trasferito in Piazza Belgioioso accanto alla Casa del Manzoni, a due passi dalla Scala, nel cuore del quartiere degli affari, della cultura e ormai della moda. La nuova stagione inizia 46 anni fa, quando Paolo Brioschi fa del Boeucc il salotto milanese, pranzi di affari di giorno, famiglie la sera, un mondo di professionisti e gente di cultura che si ritrova in un ambiente elegante e familiare ad un tempo. Nel 2004 alla scomparsa del titolare subentra la figlia Monica che assume le redini e dal settembre 2005 è affiancata da Marco Fuzier, una coppia nella vita e sul lavoro; oggi anche dal figlio Paolo, deciso a continuare l’attività di famiglia.


(Antico Ristorante Boeucc, l'ingresso)


Insieme superano la crisi del 2008 e il Covid finché arriva quella che oggi ritengono un’occasione, il mancato rinnovo del contratto: il locale, di grandi dimensioni, viene sottoposto a lavori di ristrutturazione e le voci sulla nuova destinazione sono tante. Lo scenario per la famiglia Brioschi Fuzier cambia e la nuova attività arriva in pochissimo tempo quasi sotto casa. È Monica che la mattina passeggiando nota un locale vuoto e si decide per l’apertura di una gastronomia. Marco ha da sempre questo pallino e pensa che il ristorante lo cercheranno con calma ma dopo due settimane lo hanno già trovato. Così il Boeucc cambia casa e si fa in due. In largo Donegani, su Via Turati, tra Via Manzoni, via dei Giardini, vicino alla Stazione Centrale inizia la nuova sfida; in Corso Monforte riapre invece il ristorante, tornando nella zona di origine e comunque molto vicino a dov’era.

La Gastronomia - inaugura ufficialmente il 16 aprile per i clienti a invito - apre uno scenario completamente nuovo, nel quale reinventarsi e cimentarsi, con picchi di flussi nella giornata e un servizio completamente diverso dalla ristorazione. Ora è un fast-food elegante soprattutto per gli uffici a mezzogiorno, studi di professionisti, mondo della finanza e in parte del giornalismo; l’ambizione è di diventare la gastronomia di qualità del quartiere che vive per l’asporto dal mattino alla sera, fino all’aperitivo e un boccone leggero. Chiude alle 21. L'obiettivo è servire una clientela relativamente giovane e meno giovane venendo incontro alle diverse esigenze.


(Da sinistra: Paolo Fuzier, Monica Brioschi, Marco Fuzier)


Il nuovo punto di incontro è stata l’occasione per valorizzare la vecchia insegna, smontata dal palazzo di piazza Belgioioso, in ferro battuto, realizzata da uno scultore a fine Ottocento, che rappresenta in forma stilizzata un soldato che regge una lanterna e che è diventato il logo e il simbolo del posto. La gastronomia, con 22 posti, un arredo fresco ed essenziale, quadri scultura realizzati con le bottiglie, non ha cucina e rigenera i piatti realizzati al ristorante con portate sia di carne sia di pesce, e naturalmente con proposte del territorio: i grandi classici, dai nervetti ai Mondeghili, le polpettine milanesi, il riso al salto e l’ossobuco; ai classici della gastronomia come cannelloni e lasagne, con varianti gourmet per non annoiare la clientela habitué. Tra le carni il coniglio cotto a bassa temperatura con patate e olive e una o due proposte di pesce, che cambiano ogni 3-4 giorni. Le verdure sono proposte fresche e sottolio – preparate da un’azienda pugliese di Ugento, in provincia di Lecce - per avere fuori stagione carciofini, pomodori, puntarelle e foglie e fiori di cappero.


(La vetrina dei vini in Gastronomia)


La carta dei vini, come anche quella della cucina, segue il ristorante che ha cambiato indirizzo ma non lo stile, con una scelta tutta italiana, a parte gli Champagne. In Gastronomia l’idea è di promuovere soprattutto l’etichetta Boeucc, prodotta per lo spumante dall’azienda dell’Oltrepò La Versa, metodo Charmat; per il bianco, un Vermentino di Toscana di Rocca di Frassinello che realizza anche il rosso, un blend di Sangiovese, Merlot, Cabernet e una punta di Syrah con i numeri da 320 a 329, le nove annate dall’inizio della collaborazione e l’indicazione 46, gli anni dall’acquisizione del Boeucc da parte della famiglia Brioschi. L’attenzione per il mondo del vino in Gastronomia è focalizzata soprattutto sul territorio, con la scelta ad esempio di un Franciacorta ‘alternativo’, Majolini, l’unica azienda del territorio con vigneto sulla roccia.

Una chicca della nuova attività è la vendita di coltelli dell’azienda, sempre locale, Maglio Nero di Sondrio, con servizio per arrotare i coltelli, grazie a una collaborazione con una famiglia di arrotini dal 1890, categoria in via di estinzione a Milano.

Il Ristorante, come accennato, ha ripreso il suo corso anche se ringiovanito, con una carta che si è aperta maggiormente alla cucina internazionale con un’offerta sempre più nutrita di pesce anche crudo.





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