13 luglio 2023

LA BURLA DI BERGONZI
DA BARITONO A TENORE

di VITTORIO TESTA




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"Carlo Bergonzi proviene da una superiore civiltà musicale". Quel 25 Marzo 2010 festeggiava i cent’anni, Magda Olivero, uno dei soprani di maggior fascino dell’epoca d’oro della lirica: e noi di "Loggione", il programma di Canale 5, passammo un indimenticabile pomeriggio sbalorditi davanti a questa elegante signora molto somigliante alla vigorosa ragazza ancora presente in lei, che a un certo punto si mise a cantare, benissimo!, "Poveri fiori", dall’Adriana Lecouvreur di Cilea: "Un capolavoro nel capolavoro", disse, "che ho avuto il privilegio di interpretare accanto a Bergonzi".

Il cameriere arrivò recando sul vassoio uno spettacolare "MonteBianco",un trionfo di nivea panna butirrosa. E la Olivero soggiunse:"Ecco, Carlo Bergonzi è l’unico capace di morbidezza, di sublime e continua fluidità del canto". Questa allegoria dolciaria cade a fagiolo, oggi 13 luglio, giorno della nascita, nel 1924, del più grande tenore verdiano del Novecento che però esordì come baritono e tale cantò per quattro anni, ribellandosi a se stesso fino a definirsi "un baritonetto da due soldi".

Bergonzi, slirato e in arretrato con l’affitto - figurarsi poi la possibilità di noleggiare un pianoforte - munito di un solo diapason, in tre mesi di assoluta clandestinità, porta la voce al registro superiore. Nessuno sa nulla: Carlo ha convinto la moglie Adele, in attesa del primo figlio, a lasciare la casa di Cusano MIlanino e attendere il parto a Vidalenzo, dagli Aimi, la famiglia di lei."Adesso si trattava di trovare l’occasione per il debutto da tenore": così raccontava volentieri Bergonzi, che si divertiva a stuzzicare i grandi direttori che lo avevano ingaggiato da baritono, senza mai accorgersi dell’insufficiente ‘canna’ inadatta a quel ruolo.

Bergonzi a quell’epoca eradiventato amico del dottor Colombo, un agente teatrale che gestiva diversi artisti. È lì che Carlo dovrà acchiappare una scrittura per esordire da tenore: "Ma il più lontano possibile da Milano e da casa Aimi" - questa la condizione posta dal cantante. "Perché se faccio fiasco non deve saperlo nessuno!". Così la scelta cadde su un "Andrea Chenier" - l’Andrea senié pronunciato con le esse emiliane - al Petruzzelli di Bari. Ma è divertente conoscere il tiro giocato al dottor Colombo. Diplomato in canto e pianoforte a Parma, Bergonzi usava studiare personalmente le parti. Si mette d’accordo con il segretario del ‘cumenda’: una mattina, mentre l’agente sale le scale sente un tenore cantare benissimo l’Improvviso dell’opera di Giordano, entra e vede un raggiante Bergonzi che al pianoforte vola via la predica profana di Andrea, contro una società ormai in fase di dissoluzione e ghigliottinanda

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"Dottore" dice Bergonzi "eccomi pronto come tenore". Esordirà di lì a poco al Teatro Petruzzelli di Bari.Un buon successo ma per sicurezza lui aspetta che vada in porto anche la seconda. Nel frattempo il burlone bassaiolo ha spedito a Vidalenzo copie dei giornali che pubblicano le recensioni dell’opera: e la moglie, all’oscuro del cambio di tonalità, si meraviglia delle critiche che parlano di un Bergonzi in grado di dare a Chenier una profondità di interpretazione assai efficace: "Ma non sanno che Carlo è baritono e che l’Andrea è un tenore?".

Il 12 gennaio del 1951, in coincidenza con la nascita del primogenito Maurizio, Bergonzi emette vagiti tenorili.A Bari quella sera in teatro sedeva un alto dirigente Rai che scritturerà Bergonzi per la "Giovanna d’Arco", in cartellone per il Cinquantesimo anniversario della morte di Verdi. "Mi offrì 50mila lire al mese: firmai subito, mai visti tanti soldi!", raccontava il ‘tenorissimo’. Le ristrettezze erano finite. E, cosa più che lieta, Carlo ritroverà la Tebaldi, la "voce d’Angelo", compagna di corso al Conservatorio di Parma, con la quale canterà innumerevoli volte, con esiti sempre trionfali.











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