28 MARZO 2023


RACHMANINOV
E GLI ASKENAZITI
MA CHE TEMPI
SON QUESTI?



di CARLO PONTORIERI



Ho sempre pensato che i comici ebrei americani, dai fratelli Marx a Igudesman, passando per Billy Wilder, prendano di mira Rachmaninov perché il compositore si atteggiava a fedele suddito dello Zar. Cioè, se Woody Allen dice di non poter ascoltare Wagner “perché sennò mi viene voglia di invadere la Polonia”, tutti gli altri ce l’hanno con Rachmaninov, perché quel suo languido romanticismo postdatato, che evoca la Russia imperiale, suona loro quanto meno agnostico verso la stagione dei pogrom, esperienza comune della memoria familiare di molti ebrei americani.

Ancora Woody Allen nella sua autobiografia, a proposito dei nonni, infatti scrive: “Lei fuggiva dai pogrom russi, lui dal servizio di leva”.

Mettendo da parte gli sketch dei fratelli Marx su Rachmaninov, occupiamoci di Billy Wilder.

Una celeberrima scena di 'Quando la moglie è in vacanza' è quella con Tom Ewell che immagina Marilyn Monroe finalmente a casa sua, e lui si fa trovare languido e seduttivo al pianoforte.

Che cosa suona? Il Secondo concerto di Rachmaninov!

Marilyn lo riconosce subito e gli obietta: “Rachmaninov? È sleale (“It is unfair”).

E poi con tono melodrammatico: “Ogni volta che lo sento mi distrugge!”.



In 'Tutti dicono I love you', delizioso film molto marxista (nel senso di Groucho) di Woody Allen del 1996, omaggio allo stesso Billy Wilder, c’è un dialogo tra Woody e Julia Roberts, nel quale lui per fare colpo su di lei spara Mahler, ma lei analogamente risponde: “La Quarta sinfonia di Mahler? Ogni volta che la sento mi distrugge!”

In quel film la meccanica della seduzione è un’autocitazione da Annie Hall, anche se non siamo a New York di fronte a un Pollock bensì a Venezia davanti alle opere di Tintoretto; Woody Allen, come tutti gli americani, è convinto che a Venezia si canti in napoletano, per cui ci mette in sottofondo una strepitosa versione ragtime di 'Dicitencello vuje'; ma insomma la citazione è trasparente e la domanda, come si dice, sorge spontanea: perché, 40 anni dopo 'The Seven Year Itch', in un film zeppo di citazioni, Woody Allen attualizza la storia con una sinfonia di Gustav Mahler, preferendola al celeberrimo Secondo concerto di Rachmaninov?

Eppure, dagli anni ’50 la fama di Rachmaninov è cresciuta a dismisura, soprattutto negli Stati Uniti. In questo 2023, anzi, la pianista Yuja Wang ha suonato a New York tutti e quattro i concerti per pianoforte dell’autore russo in un’unica serata: qualcosa di mai successo in precedenza, una prova musical-sportiva da Guinness dei primati, e un evento cultural-mondano di prima grandezza.

In realtà, il film sfotticchia affettuosamente la borghesia benestante, colta e progressista ebraica dell'Upper East Side di New York (quella che in Italia si chiama, a seconda dei casi, “sinistra radical chic” o “sinistra ZTL”, in Francia “gauche caviar”): a un certo punto si vede persino il grande violinista Itzhak Perlman suonare a un party nel salotto dei protagonisti, per raccogliere fondi per una causa molto umanitaria (il richiamo è ovviamente all’analogo evento di cui fu protagonista il salotto del direttore d’orchestra Leonard Bernstein, che riportato da Tom Wolfe sul New York Magazine vide nascere appunto il termine “radical chic”); il fil rouge musicale del racconto è tratto invece dall’altro capolavoro di Billy Wilder con Marilyn Monroe, 'A qualcuno piace caldo', cioè la canzone 'I'm through with love'; e insomma, forse, per chiudere il cerchio di tutto questo askenazitismo progressista secondo Allen era più adatto l’ebreo boemo Gustav Mahler del russo zarista postadato Rachmaninov.


(Little Giant. Jew Jokes. Cleveland: Arthur Westbrook Company, 1908. Dime Novel Collection)


Askenazitismo?

Ehi, ho scritto askenazitismo?

Di quest’epoca è tornato, prepotente in Italia, l’antisemitismo. Certo, spesso mascherato da critica sociale, come anche i nazisti di un secolo fa. E con questo anche l’uso del termine “askenazita”, come notazione colta e insieme in senso spregiativo, persino sui grandi quotidiani.

Si era cominciato, all’epoca della pandemia, con varie teorie del complotto, che occhieggiavano vistosamente ai 'Protocolli dei savi di Sion', classicone antisemita confezionato a inizio ‘900 dalla Okhrana, la polizia segreta zarista (a proposito…), ma il fenomeno mi sembra sia esploso definitivamente con la candidatura di Elly Schlein alla segreteria del PD.

Un trend, nato sul web e rimbalzato sulla stampa, che fa ribrezzo.

Ma gli askenaziti sono semplicemente gli ebrei di radice centro-orientale europea: come Marx, Freud, e Einstein, ma anche Mahler, Billy Wilder, Woody Allen, ma pure Bob Dylan, Lou Reed, Scarlett Johansson, Gal Gadot, Gwyneth Paltrow… giusto per fare qualche nome. Tra i quali, mi piace ricordare anche Jonas Salk, colui che scoprì il vaccino contro la poliomielite e che rifiutò di brevettarlo, per permetterne la massima diffusione nel mondo, salvando la vita a milioni di bambini.

E allora, se si mette a confronto questo film di Allen, dell’ormai lontano 1996, e la sua autoironia verso la borghesia progressista ebraica (film nel quale il “figlio degenere” assume posizioni proto-trumpiane solo perché ha un’arteria otturata, che non permette l’afflusso di sangue al cervello, ma appena guarito si trasforma in un militante di sinistra), con certe posizioni di oggi, espresse dai siti e sulla stampa italiana, viene da domandarsi che cosa sia successo nel frattempo.

E non devono essere successe cose belle.






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI


© Tutti i diritti riservati




Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»