9 MARZO 2023


SOS NEVE
GIÀ 249
GLI IMPIANTI
DISMESSI

di REDAZIONE



In Italia, complice la crisi climatica, come è ormai noto si grida al sos neve: sempre più rara – su Alpi e Appennini a causa dell’aumento delle temperature nevica sempre di meno – e ancvhe più costosa, dato che per compensare la mancanza di quella naturale, l’Italia punta sull’innevamento artificiale. È quello che testimonia Legambiente appoggiandosi ai dati del suo dossier “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”, presentato nei giorni scorsi a Torino dal presidente Stefano Ciafani e dalla responsabile Alpi Vanda Bonardo.



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L’Italia, stando alle stime riportate, è tra i paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale, con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%. I bacini idrici artificiali presenti in montagna ubicati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale sono almeno 142, quelli mappati per la prima volta nel dossier di Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari, per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq.



Nel paese a 2023 in corso sono intanto aumentati sia gli “impianti dismessi” - toccano quota 249 - sia quelli “temporaneamente chiusi” - sono 138 – sia quelli che l'associazione ambientalista definisce "sottoposti a accanimento terapeutico”, ossia quelli che sopravvivono con iniezioni di denaro pubblico, e che nel 2023 arrivano a quota 181. Legambiente parla anche di “impianti un po’ aperti, un po’ chiusi”. In totale questa categoria ne conta 84.

Per gli ambientalisti, nella sostanza, il sistema di innevamento artificiale non è una pratica sostenibile e di adattamento, dato che produce consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio. In particolare, l’associazione ha fatto la seguente stima: considerando che in Italia il 90% delle piste è dotato di impianti di innevamento artificiale il consumo annuo di acqua già ora potrebbe raggiungere 96.840.000 di m³ che corrispondono al consumo idrico annuo di circa una città da un milione di abitanti. Il costo della produzione di neve artificiale sta anche lievitando, passando dai 2 euro circa a metro cubo del 2021-2022, ai 3-7 euro al metro cubo nella stagione 2022-2023. Per questi motivi Legambiente insiste sull’urgenza di pensare a un nuovo modello di turismo invernale montano ecosostenibile, partendo da una diversificazione delle attività: "Ce lo impone la crisi climatica che avanza e che sta avendo anche pesanti impatti sull’ambiente montano".



Fra i 249 impianti dismessi censiti da Legambiente (15 in più rispetto al 2022) viene citato come caso simbolo Gressoney-la Trinité (AO) Loc. Orsia-Bedemie dove l’ex sciovia era utilizzata per lo sci estivo e lo snowboard. Lo skilift è stato dismesso per la fusione del ghiacciaio. Le stazioni di partenza e di arrivo del vecchio skilift sono state smantellate e sgomberate, ma i rottami dell’impianto nel 2018 erano ancora sul posto.






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