RIFUGI
DEL GRAN SASSO / 3
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FRANCHETTI
EMOZIONI
IN ALTA QUOTA

(Il rifugio Franchetti - foto dall'archivio del parco del Gran Sasso)
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Sul versante teramano del Gran Sasso, nel territorio di Pietracamela, si trova il rifugio Carlo Franchetti (2433 mt), sul crestone che divide in due il Vallone delle Cornacchie. Si raggiunge dalla stazione superiore della cabinovia dei Prati di Tivo (2015 mt.) a più o meno un'ora dall'Arapietra o Albergo Diruto, una struttura costruita nel 1935 e incompiuta.
Il Franchetti fu costruito nel 1959 dalla Sezione del CAI di Roma, inaugurato nel 1960 e intitolato al barone Carlo Franchetti, alpinista e speleologo, scopritore nel 1926 delle Grotte di Pastena (in provincia di Frosinone). Offre 23 posti letto in due camerate comuni ed è aperto da inizio giugno a fine settembre e nei fine settimana da ottobre a maggio, tempo permettendo, su richiesta di gruppi esperti. Anche in questo rifugio è stata recentemente installata una webcam dalla stazione meteorologica Caput Frigoris.
Luca Mazzoleni, nato a Roma e trasferitosi in Abruzzo da quindici anni, è gestore del rifugio dal 1988, dopo aver precedentemente gestito il rifugio Duca degli Abruzzi dal 1982. Oggi vive a Pietracamela. Ha un rapporto molto stretto con il CAI di Roma di cui fa parte da quando aveva 16 anni, come accompagnatore di alpinismo giovanile e consigliere di sezione.
“Per la gestione dei rifugi” - spiega Mazzoleni - “quando viene emesso un bando, non essendo il CAI un ente pubblico, si tende a valutare la persona interessata operando scelte personali. I contratti possono essere biennali, quinquennali o decennali, a seconda delle normative vigenti. La questione di appartenenza del rifugio Franchetti e del Duca degli Abruzzi al CAI di Roma, in territorio abruzzese” - racconta - “è semplicemente dovuta a un fatto di disponibilità economica. Se da un lato la proprietà dei rifugi è una questione di prestigio, è anche un problema perché comporta notevoli uscite economiche. La recente ristrutturazione del rifugio Franchetti, infatti, è stata realizzata dalla Comunità Europea, tramite la regione, spendendo oltre 200 mila euro. È oneroso mantenere un rifugio per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria e considerando che ogni cosa viene a costare il doppio per il semplice fatto che deve essere portata in quota.”
Anche al Franchetti, come negli altri rifugi, esiste un registro di firme che viene assegnato dalla sezione del CAI di appartenenza, e che una volta terminato viene riconsegnato alla sezione e custodito nella biblioteca del CAI di Roma. “Ma negli ultimi registri ci sono poche cose interessanti” - commenta Mazzoleni - "perché gli alpinisti non scrivono più. Scrivono i turisti che arrivano in massa nel periodo estivo”.
Nel 2010, per i 50 anni del rifugio, e successivamente nel 2013 e 2014, qui si sono svolti concerti in quota promossi da l'Aquila per la Vita, l’associazione di assistenza oncologica domiciliare della città, in collaborazione con le sezioni CAI dell’Aquila, di Pietracamela, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese e il Rifugio Franchetti.
(Contatti e informazioni:
www.rifugiofranchetti.it
lucamazzoleni@rifugiofranchetti.it)
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