7 OTTOBRE 2022


RIFUGI
DEL GRAN SASSO / 1
- IL GARIBALDI
E I VINI
D'ALTURA

di GABRIELLA DI LELLIO
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(Il rifugio Garibaldi - foto Cai)

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Il rifugio alpino - o appenninico - è un punto di riferimento imprescindibile per i frequentatori della montagna. Quando si parla di rifugio o di bivacco si intende una struttura raggiungibile a piedi, un luogo in cui ripararsi in caso di maltempo, riposare dopo le fatiche della salita: o semplicemente un punto di partenza per accedere alle vie che portano alle cime circostanti. I rifugi hanno un gestore e sono strutture ricettive in quota con un numero limitato di posti letto, di solito in camerate; i bivacchi, invece, sono incustoditi, sempre aperti e gratuiti, di dimensioni ridotte e spesso senza energia elettrica.



La maggior parte dei rifugi sono nati tra il 1800 e il 1900, come presidi montani per commerci, contrabbando e scontri bellici. Con il passare degli anni questi luoghi si sono trasformati. Il rifugio accoglie con il calore dell’ospitalità montanara in un contesto paesaggistico particolare, quasi una cerniera tra i visitatori e il territorio. Sono di proprietà del CAI (Club Alpino Italiano) che nomina un gestore che riceve un contratto e un canone d’affitto. Il periodo lavorativo di un rifugio in genere va da giugno a settembre, oltre i fine settimana fuori stagione in caso di ascensioni alpinistiche a richiesta.

Il massiccio del Gran Sasso è il più ricco di rifugi in tutto l’Appennino. Sono presenti anche bivacchi, alcuni di proprietà del CAI dell’Aquila, altri del CAI di Roma, altri di sezioni locali del CAI Abruzzo. Ve li raccontiamo.


(Il rifugio Garibaldi - foto da Google maps)


Il Rifugio Giuseppe Garibaldi, a 2230 mt, è il rifugio di montagna più antico d’Italia. Fu inaugurato il 16 settembre del 1886 nel territorio comunale di Pietracamela (TE). Gli abitanti di Camarda, una frazione dell’Aquila, guidati dal capomastro Romualdo Baglioni, portarono a termine la costruzione del Rifugio Garibaldi per ordine del CAI di Roma su un versante del Gran Sasso accessibile solo con i muli. Addirittura si racconta che in quegli anni fu trascurata la coltivazione dei campi pur di raggiungere l’obiettivo. Alla sua costruzione si lega il ricordo del periodo della conquista alpinistica, da parte della Sezione Romana, del massiccio del Gran Sasso. La fortuna cominciò a declinare con la costruzione del Rifugio Duca degli Abruzzi (1908) e fu allora che il CAI dell’Aquila lo prese in gestione.

Era il 1924, il periodo d’oro della sezione aquilana, con un altissimo numero di iscritti e di imprese alpinistiche. Furono eseguiti consistenti lavori di restauro e il rifugio fu affidato alla famiglia Pilato di Assergi che lo gestì per circa un decennio. In seguito, la costruzione dell’Albergo di Campo Imperatore e della Funivia di Fonte Cerreto (1933) segnò un secondo declino della struttura. Questa volta si giunse ad un vero e proprio diroccamento. Un fatto storico che ha contribuito all’importanza di questo avamposto fu la tragedia di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti nell’inverno del 1929. I due giovani tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo per la via Chiaraviglio - Berthelet e, fermati a poca distanza dalla vetta dal freddo intenso e dalla neve, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone. Qui rimasero bloccati dalla tormenta senza un adeguato equipaggiamento, semi assiderati e senza viveri. Dopo tre giorni tentarono la discesa in direzione di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e assideramento. Quando lasciarono il rifugio, scrissero sul registro che erano rammaricati per non aver lasciato in ordine.


(Il rifugio Garibaldi nella neve - foto Cai )


Nel 2008 al Garibaldi iniziarono i lavori di ristrutturazione, da parte di una ditta locale, che sarebbero dovuti terminare nell’autunno dello stesso anno. Così non fu per il sisma del 2009, che costrinse a sospendere ogni attività. Per dare un segnale di rinascita, nel settembre del 2009 la SDS (Specialisti dello Sport) organizzò una gara internazionale di corsa in montagna, il “Trofeo Piergiorgio de Paulis”, oggi diventata prova del “Campionato Mondiale di Skyrace” sotto l’egida della FISKY (Federazione Italiana Skyrunning) senza poter utilizzare l’avamposto, punto cardine della manifestazione. Passarono tre anni prima che il rifugio potesse tornare operativo. Solo nel 2012 l’associazione “I Corridori del Cielo” insieme al Corpo Forestale dello Stato e alcuni soci della sezione aquilana del CAI, bonificarono il rifugio trasportando a valle tutti i materiali di risulta, con l’ausilio dell’elicottero del Corpo Forestale, senza che la ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione intervenisse. Nel 2016 il rifugio ha festeggiato i suoi 130 anni di storia.

Detto anche Rifugio Vecchio, il Garibaldi sorge ai piedi di una collinetta rocciosa, visibile a distanza e riparato dai venti, nella magnifica conca di Campo Pericoli, piena di collinette erbose tra la vetta occidentale di Corno Grande, Monte Portella e Pizzo Cefalone. In inverno la neve lo ricopre interamente.

Dispone di 12 posti letto e di ulteriori 8 in una dependance esterna. Vi si accede in un'ora dall'Albergo di Campo Imperatore ed in circa tre ore dai Prati di Tivo attraverso la Val Maone.



Nel 2020 la sezione CAI dell’Aquila, da cui ora dipende, ha accolto favorevolmente la proposta della società Pendeche Srl di Montorio al Vomano per la realizzazione del deposito nella neve di una serie limitata di vini, nell’ambito di un progetto denominato “Vini d’Altura”. La società ha installato, all’interno del Garibaldi, un registratore di dati per la rilevazione di temperatura e umidità nel corso dell’inverno; uno strumento utile anche per studiosi e professionisti, in vista degli imminenti lavori di restauro. Al termine della stagione le bottiglie sono confezionate con un caratteristico collarino e la descrizione del progetto Vini d’Altura. Nell’aprile scorso questi vini sono stati presentati alla manifestazione Vinitaly di Verona con un Negroamaro del Salento 2019 Transumante, un Morellino di Scansano 2018 Transumante e tutto il catalogo d’Altura dell’Azienda Fratelli Biagi.






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