25 novembre 2022








BOB DYLAN AL MAXXI
VITE MULTIPLE
DI UN ARTISTA

di GABRIELLA DI LELLIO




(Bob Dylan - Subway Cityscape Triptych)


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Dal prossimo 16 dicembre fino al 30 aprile 2023 il MAXXI di Roma ospiterà "Bob Dylan: Retrospectrum". Le cento opere selezionate per la mostra romana rappresentano un diario visivo dell’artista in oltre sessant’anni di attività creativa, tra dipinti, acquerelli, disegni a inchiostro e grafite, sculture in metallo e materiale video.

Si tratta della prima tappa europea dell’esposizione presentata al Modern Art Museum di Shanghai (2019) e al Patricia & Phillip Frost Art Museum di Miami (2021) a cura di Shai Baitel, in una versione completamente ripensata per poter interagire con gli spazi del MAXXI di Zaha Hadid.

La prima esposizione di arte visuale di Dylan è avvenuta nel 2007, The Drawn Blank Series, nella Chemnitz Art Gallery in Germania. Da quel momento istituzioni di fama mondiale come la galleria Gagosian, la National Portrait Gallery di Londra o la National Gallery of Denmark di Copenhagen lo invitarono ad esporre i suoi quadri nelle loro sale.


(Bob Dylan - Endless Highway 2)


"Retrospectrum" è la prima mostra monografica europea che esplora la sua opera attraverso otto sezioni tematiche – Early Works, The Beaten Path, Mondo Scripto, Revisionist, Drawn Blank, New Orleans, Deep Focus e Ironworks.

Commenta Giovanna Melandri Presidente uscente della Fondazione MAXXI: "Bob Dylan è un mito assoluto, un’icona culturale tra le più importanti del nostro tempo. I suoi dipinti, come le sue canzoni, sono potenti, sinceri, immediati, evocano cammini e suggestioni on the road. Con questa mostra, avremo il privilegio di scoprire un aspetto inedito del suo talento inesauribile.” Aggiunge il curatore: “Questa mostra, che abbraccia tutta la carriera di Bob Dylan, presenta il suo approccio unico all’arte visiva e la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. Offre un’opportunità unica di vedere il viaggio creativo di Dylan attraverso il tempo e i luoghi, tra cui la scalinata di Piazza di Spagna, immortalata nell'opera “Quando dipingo il mio capolavoro”.


(Bob Dylan - Two sisters)


Al menestrello di Duluth (Minnesota), luogo di nascita del cantautore ormai 81enne, l’uomo nato con il nome di Robert Allen Zimmermann, si associano le immagini di una chitarra, di un’armonica a bocca e le note - fra tante altre - di "Knockin’ on Heaven’s Door". Artista pluripremiato con dieci menzioni ai Grammy Awards, premio Oscar per il brano "Things Have Changed" e premio Pulitzer alla carriera nel 2008. Nel 2016 l’assegnazione del Nobel ha creato non poche polemiche per il rifiuto iniziale, dato che il premio fu comunque ritirato anche se in ritardo. Letteratura e musica, due arti che collimano senza combaciare.

"Bob Dylan: Retrospectum" è la mostra più completa dell’artista e merita qualche precisazione, a cominciare dal fatto che per la prima volta è esposta una magnifica serie di dipinti, "Deep Focus", che Dylan ha preparato ripercorrendo e trasfigurando scene da film che ha amato e che hanno contribuito ad arricchire l'immaginario dei suoi testi. Lui stesso ha precisato: “In realtà non associo i miei dipinti a momenti particolari o a particolari stati mentali, vedo il tutto come parte di un lungo arco di vita in cui si ricevono stimoli, e le nostre percezioni della realtà vengono via via forgiate e alterate dalla vita stessa. Perché uno può essere influenzato da qualcosa che ha visto a Morretes in Brasile, o dalla visione dell'uomo che vende il quotidiano El País per strada a Madrid”.


(Bob Dylan - Rail car)


Dylan si è avvicinato all’arte pittorica nei primi anni ’60 quando, in seguito ad un incidente in moto, ha imparato a disegnare per passare il tempo durante la convalescenza. Da quel momento questa passione ha sempre accompagnato i suoi viaggi, molti dei suoi lavori ritraggono infatti paesaggi osservati durante i tour musicali. Ha disegnato le copertine di molti album, tra cui "Self Portrait" (1970) e "Planet Waves" (1974), oltre al disco "Music From Big Pink" (1968) dei The Band.

Poi c’è il Dylan scultore, quello che si chiude nel suo studio, una sorta di antro da fabbro, indossa maschera di protezione e saldatore, e mette insieme incredibili assemblaggi metallici in cui un cancello è incrostato di ferri di cavallo, di chiavi inglesi, pinze, molle, ingranaggi dentati. Uno dei suoi cancelli, pare, campeggia in una proprietà di Bill Clinton.

Sulla mostra che si terrà a Roma, Bob Dylan si è espresso con queste parole: “È molto gratificante sapere che le mie opere visive saranno esposte al MAXXI, a Roma: un museo davvero speciale in una delle città più belle e stimolanti del mondo. Retrospectrum è una mostra che vuole offrire punti di vista diversi, che esaminano la condizione umana ed esplorano quei misteri della vita che continuano a lasciarci perplessi. È molto diversa dalla mia musica, naturalmente, ma ha lo stesso intento”.

Bob Dylan artisticamente e laicamente uno e trino.






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