CAPPELLA SAN SEVERO
VETRO E ALCHIMIA
MAESTRI A CONFRONTO
Da mercoledì 16 novembre a lunedì 16 gennaio
del 2023
saranno esposte nel museo Cappella Sansevero
di Napoli, sotto il titolo 'In vitro humanitas', due opere dell’artista
veneziano Mauro Bonaventura: un contrappunto con
le 'Macchine anatomiche' custodite nel gioiello
barocco ideato da Raimondo di Sangro, principe di
Sansevero.
Nella cavea sotterranea della Cappella Mauro Bonaventura espone per la prima volta a Napoli le installazioni dei suoi corpi vitrei: 'Homo erectus', scultura in vetro policromo, e 'Flying', figura sospesa che ricorda il Tuffatore di Paestum (V sec. a.C.).
"All’intrico dei vasi sanguigni delle Macchine anatomiche - è detto nella presentazione - replica il reticolo che forma le grandi figure umane dello scultore del vetro: un omaggio al Principe di Sansevero, alla sua personalità poliedrica e al suo amore per ogni genere di sperimentazione, compreso l’utilizzo del vetro. Per alcuni dei suoi esperimenti fisico-chimici, Raimondo di Sangro allestì infatti nei sotterranei di Palazzo Sansevero secondo fonti citate nel comunicato - “una fornace a foggia di quella de’ vetraj, ma di una particolar costruttura” e si cimentò anche nella colorazione del vetro, ottenendo risultati eccellenti.
Approdato nel mondo dell’arte vetraria muranese negli anni ottanta, Bonaventura è riuscito, nel decennio seguente, a maturare una perizia tecnica che gli ha consentito di realizzare opere inusuali per forme e dimensioni, frutto del suo personalissimo estro inventivo. L’artista veneziano, dopo nove anni di esperienza in una fornace tradizionale, rimane affascinato dal vetro a lume. Si tratta di una tecnica che si esegue seduti a un tavolo. Il materiale vitreo, in questo caso canne di vetro policromo di Murano (non vetro borosilicato), viene scaldato e modellato tramite la fiamma che esce da un cannello metallico collegato a una bombola che emette gas e ossigeno.
Ed è proprio nel fuoco che gli organizzatori dell'esposizione ritrovano un "nesso profondo" tra l’esperienza laboratoriale del Principe e la ricerca artistica, con un parallelo fra "il contatto con la materia, il confronto solitario con essa il suo mistero e la creazione dell’Opera" con "il tirocinio alchemico, in cui l’affinamento della materia e della tecnica corrispondono ad un graduale progresso interiore. “Al principe - scrive nel catalogo che accompagna la mostra Maria Alessandra Masucci, presidente del Museo Cappella Sansevero - sarebbe piaciuto Mauro Bonaventura... soprattutto perché è un artista che non delega, che fatica, come diciamo a Napoli, con le sue mani; proprio come il principe, che nel chiuso del suo laboratorio, mescolava, scomponeva, fondeva..."
Sarà possibile ammirare le installazioni fino al 16 gennaio 2023 (negli stessi orari di apertura al pubblico del museo).
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