LA LEGGE DI LIDIA POËT

di Fabio Zanchi |



LA FRASE – “Essere moglie, essere madre oggi significa perdere la propria libertà, i propri obiettivi.”


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Lidia Poët torna in tv e per la seconda volta conquista il favore del grande pubblico. L’esordio, a metà febbraio dello scorso anno, fu esplosivo: a poche settimane dalla messa in onda su Netflix fu la terza serie più vista al mondo. La seconda stagione, uscita il 30 ottobre, già si impone nella top ten italiana. C’era da aspettarselo, visti il cast, la storia e la produzione.


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La storia è quella, vera, della prima donna iscritta all’Ordine degli avvocati di Torino, che a fine Ottocento si vede sbarrare la strada della professione, in quanto donna: Lidia Poët, appunto, cui la serie si è liberamente ispirata. Interpretata da una spigliata e combattiva Matilda De Angelis, la si vede impegnata nella difesa dei diritti delle donne, fino al punto di combattere una legge fatta dagli uomini solo per gli uomini. Da sola, all’inizio. E poi con chi ci sta: a cominciare dal fratello Enrico, titolare dello studio nel quale lei collabora.


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Il cast, rispetto alla prima stagione, non è cambiato. Accanto a Matilda De Angelis, c’è Pier Luigi Pasino nella parte del fratello: che pare un po’ legnoso, come s’impone a un uomo di quei tempi, ma sempre disposto a cedere di fronte all’acume e all’intraprendenza della sorella. Eduardo Scarpetta è Jacopo Barberis, giornalista, anarchico, innamorato di Lidia, oltre che fratello della moglie di Enrico. Sara Lazzaro è Teresa Barberis, moglie di Enrico, conservatrice e conformista, tutto l’opposto di Lidia. Gianmarco Saurino, new entry, interpreta Pierluigi Fourneau, regio procuratore: colpito dall’intelligenza di Lidia è destinato a esserne catturato anche dalla bellezza.


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Con la firma di Matteo Rovere, insieme a Letizia Lamartire e Pippo Mezzapesa, la casa di produzione Groenlandia garantisce un prodotto capace di calamitare l’attenzione del grande pubblico.


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Certo, la formula di per sé è di quelle che hanno tutte le caratteristiche per riuscire. Le sei puntate propongono ognuna un caso da risolvere, mentre il filone principale rimane la vicenda professionale e sociale di Lidia, rivoluzionaria e femminista. Ma c’è di più. Il tutto è infatti condito con le vicende sentimentali della protagonista, non meno intricate di quelle giudiziarie.


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Innamorata di Jacopo, Lidia è una donna che lotta anche contro sé stessa pur di non essere ostacolata nel suo obiettivo principale, che è quello di ottenere il riconoscimento dei propri diritti, anche in nome delle donne come lei. Conseguenza: il rapporto con Jacopo è tutto un tira e molla.


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Un “Odi et amo”, che viene declinato alla torinese: “Quando non siamo insieme – confesserà al giornalista, attonito – mi manchi, poi però quando siamo insieme ci odiamo. Mi sento inadatta, inadeguata, entro in un circolo vizioso, senza fine”. Ce n’è in abbondanza per conquistare anche il telespettatore con il cuore più arido.


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I costumi sono un altro dei motivi di successo di questa serie, ben ambientata nella Torino di fine Ottocento. Stefano Ciamminitti - lo stesso che ha lavorato a “Io, capitano” di Matteo Garrone – in tre mesi ne ha creati trenta per Matilda De Angelis, studiando la moda del tempo. Il risultato, ineccepibile, è stato salutato dall’attrice, benché costretta a recitare con bustier mozzafiato, con parole definitive: “Indossare costumi del genere è una figata”. Molto in linea con il lessico offerto da Lidia in questa serie.


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Peccato che l’accuratezza del costumista non sia accompagnata da altrettanto rigore nella scelta di alcuni attrezzi di scena. Per esempio, l’arma che viene messa nelle mani di un sicario, ma anche in quelle di due guardie e di un suicida, è una Colt 45: quella – come ha scritto Michele Anselmi, sempre attento e documentato – “di Yul Brinner in I magnifici sette o di Clint Eastwood in Per un pugno di dollari”. Impossibile che circolasse nel Regno Sabaudo.


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Particolare, e gradevole, la scelta della colonna sonora. Tra i motivi scelti, degno di nota “The Law According to Lidia Poët”. È scritto e interpretato, con gran divertimento, da Pier Luigi Pasino e Matilda De Angelis. Molto affiatati anche come musicisti.


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Avviso per i naviganti: sui social il movimento per chiedere una terza edizione si è già mobilitato.


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LA SERIE



Sei episodi da 52 minuti, su Netflix

PERSONAGGI e INTERPRETI



MATILDA DE ANGELIS è LIDIA POËT

EDUARDO SCARPETTA è JACOPO BARBERIS

PIER LUIGI PASINO è ENRICO POËT

SINÉAD THORNHILL è MARIANNA POËT

SARA LAZZARO è TERESA BARBERIS

GIANMARCO SAURINO è PIERLUIGI FOURNEAU

DARIO AITA è ANDREA CARACCIOLO

PAOLO BRIGUGLIA è FILIPPO CRAVERO

VALENTINA CERVI è ANNA CRAVERO