LA LEGGENDA
DEGLI 883

di Fabio Zanchi |



LA FRASE – “883? Per me potete anche essere i Village people, sono 7500 lire.”


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I numeri dicono già tutto. A una settimana dalla messa in onda, la serie è stata vista da oltre 1 milione 300mila spettatori medi. La più seguita, su Sky negli ultimi otto anni. Il fatto è che “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” parla di due giovani di provincia, ma riesce a fare il solletico alle nostre nostalgie, profonde e inarrestabili. In questo, Sidney Sibilia, che la firma, è maestro insuperabile. La chiave è la normalità. Quella, appunto, dei due protagonisti. Del loro sogno coltivato nella noia prevalente, del loro linguaggio, della loro voglia di emergere. Tutto così “normale” da essere condiviso, a distanza di anni, da vecchie e nuove generazioni, sull’onda di una colonna sonora che ancora riempie cuori e orecchie.


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Fantastica avventura, quella di Max Pezzali e Mauro Repetto. Il passaggio dalla normalità alla leggenda è raccontato passo passo, con affetto e rimpianto per quegli anni. E dunque cattura e convince, anche quando fa capire quanto potessero essere strette, a fine Anni ‘80, le maglie di una città di provincia come Pavia. Erano ancora anni, quelli, di prospettive anguste: non c’era Internet, la musica girava sulle musicassette. È lì che si incontrano Max e Mauro, sui banchi del liceo Copernico. Uno con una sfrenata passione per la musica. L’altro con una gran voglia di uscire dal guscio, di sfondare la cappa della provincia. Insieme scrivono le prime canzoni e sarà Claudio Cecchetto a produrle, facendole diventare successi straordinari.


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Il rapporto con la città sta alla base di tutto. Pavia vanta straordinari primati. Città universitaria tra le più nobili, in passato è stata capitale del regno longobardo. Tra l’XI e il XII era soprannominata addirittura la “seconda Roma”. Il Barbarossa ne fece la propria sede per tredici anni. Nel corso degli anni ci vissero il Foscolo, scienziati come Volta e Spallanzani, la poetessa Ada Negri. Addirittura Albert Einstein, seppur di malavoglia nel suo primo approccio, come si racconta proprio all’inizio della prima puntata della serie. Città con un grande futuro alle spalle, e però matrigna con i giovani come Max e Mauro.


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Per due come loro la cappa provinciale è troppo insopportabile. Lo raccontano nella canzone “Con un deca”, una delle hit degli 883. Per loro Pavia è stretta tra “due discoteche, 106 farmacie”. Tutto qua. Avete presente? “Quanto è paranoia questa città / con un deca non si può andar via / non ci basta neanche in pizzeria”. E dunque “è l’ora che si tiran fuori le idee / per diventare miliardari anche se / esiste già quel che vogliamo diventare / Resta solo la soluzione divi del rock / Molliamo tutto e andiamo a New York…/ Ma poi ti guardi in faccia e dici dov’è / che vuoi che andiamo con ‘ste facce, io e te”.


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Se non si sapesse com’è andata davvero a finire, sarebbe il prologo della storia di due sfigati di provincia. E invece. Invece è la storia di due brutti anatroccoli che hanno sfondato, diventando leggenda. Una vicenda da riascoltare. E ancora, ancora, anche dopo che gli anni ’90 sono passati da parecchio.


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Nelle otto puntate si va dal primo incontro tra Max Pezzali e Mauro Repetto, ai primi tentativi di farsi ascoltare da qualcuno capace di strapparli alla palude dell’anonimato. C’è l’incontro con il famoso dj americano Gozzard, al Festivalbar del 1993, a Villa Manin di Codroipo: “Nord, Sud, Ovest, Est” vincerà la rassegna per il miglior CD. Poi ci sono quello con Jovanotti, quello con Claudio Cecchetto e, per Max quello con Silvia, di cui si innamora. Ma lei è già fidanzata, e son dolori. Quelli di un adolescente qualsiasi, di una qualsiasi città di provincia. Poi vengono i litigi tra Max e Mauro. Fine dei sogni? Manco per niente, come dimostra la colonna sonora che andrà avanti parecchio. Tanto che dura ancora ai giorni nostri, anche dopo che i due ex compagni di banco si sono lasciati.


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Il successo di questa serie, al di là della leggenda che racconta, di per sé capace di suscitare ricordi e nostalgie, è legato anche alla scelta degli interpreti. Max Pezzali è reso in modo assai convincente da Elia Nuzzoli, che di recente ha interpretato Mike Bongiorno da giovane nella miniserie di RaiUno. Nelle vesti di Mauro Repetto è Matteo Oscar Giuggioli (visto in “Il filo invisibile”, “Gli sdraiati”, “Vostro Onore”). La ravennate Ludovica Barbarito indossa con leggerezza i panni di Silvia, la “Regina del Celebrità” (“bella magnifica senza un'età, quanto ho sognato di parlarti e di conoscerti”).


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Le otto puntate sono da godere come fossimo “un’allegra tavolata di reduci”, come ha ben scritto Antonio Dipollina su Repubblica.


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LA SERIE



Otto puntate da 50 minuti, su Sky e in streaming su Now

PERSONAGGI e INTERPRETI



ELIA NUZZOLI è Max Pezzali

MATTEO OSCAR GIUGGIOLI è Mauro Repetto

LUDOVICA BARBARITO è Silvia

DAVIDE GALGARO è Cisco

ALBERTO ASTORRI è Sergio Pezzali

ROBERTA ROVELLI è Alba Scanavini Pezzali

ANGELO SPAGNOLETTI è Lello