LE “FURIE” COMANDANO LA MALAVITA PARIGINA

di Fabio Zanchi |



LA FRASE – “Un cuore infranto è meglio di un buco in testa”


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Anche Parigi ha la sua Gomorra. Per rappresentarla, la grandeur francese lo impone, è necessario alzare il livello della narrazione. Di qui i continui riferimenti alla mitologia romana, che costituiscono l’impalcatura della serie in otto episodi su Netflix. A cominciare dal titolo: Furies. Nella mitologia romana le Furie — o Erinni, nella versione greca — erano creature dal potere terribile, che nessuno poteva contrastare. A loro spettava la vendetta, che somministravano soprattutto a coloro che infrangevano le regole della propria famiglia. E la famiglia, nel caso parigino, è quella che raggruppa tutti i padrini del crimine, divisi per competenza: chi si occupa di droga, chi di prostituzione, chi di furti, chi di gioco d’azzardo, chi di killeraggio. Tutti riuniti allo stesso tavolo, che sembra quello dell’Ultima cena: quasi una citazione della malaugurata messinscena che ha scatenato tante polemiche all’inaugurazione delle recenti Olimpiadi, guardacaso organizzate proprio sulle rive della Senna.


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I padrini riuniti a quel tavolo sono sette, e insieme rappresentano l’Olimpo. In genere subiscono le rampogne della Furia, la carismatica e cattivissima Selma. Il suo compito, tramandato per linee famigliari, è quello di stroncare qualsiasi tentativo di liti o divisioni all’interno dell’Olimpo, con qualsiasi mezzo. Preferibilmente violento e definitivo. Tutti la temono e rispettano, al massimo brontolano fra di loro, o meditano di sbarazzarsi di lei. Ma sanno che lei soltanto è in grado di mantenere l’equilibrio fra loro e che ogni tentativo di ribellione è destinato a fallire. Senza Selma, sarebbero destinati a sopprimersi l’un l’altro.


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La protagonista vera di Furies è Lyna, una studentessa ventenne fidanzata di un poliziotto. In realtà è la figlia del commercialista della mafia. Fugace apparizione, quella del padre, dal momento che verrà assassinato proprio nel giorno del compleanno della figlia. Davanti a lei, che si appresta a spegnere la candelina sulla torta. Da quel momento l’obiettivo della ragazza sarà quello di identificare il responsabile dell’uccisione del padre per vendicarlo. Dovrà addentrarsi nei meandri della mala, consapevole dei rischi. “Quella che desideravo — confessa a sé stessa — era una vita normale — Ma quando nasci nella mala, prima o poi arriva il giorno in cui lei finisce per raggiungerti”.


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La sua discesa nel ventre buio di Parigi la porterà a conoscere la Furia e a mettersi al suo servizio. Assumerà nuove consapevolezze e crescerà di ruolo accanto a Selma, in un percorso che fa assomigliare questa serie a una specie di romanzo di formazione. Perché, come dice lei stessa, “non si nasce Furia, lo si diventa”. Il tutto è giocato a colpi di violenza, stragi, sparatorie.


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Il destino di Lyna è segnato: sarà lei la prossima Furia, tuttavia per diventarlo dovrà imparare da Selma tutti i trucchi di un mestiere ingrato e pericoloso. Ma ricco di potere superiore. Non sarà facile per lei, ma non potrà sottrarsi al compito. È il Fato che comanda i destini di tutti, compreso quello delle Furie.

La serie Netflix, che nella maggior parte delle recensioni è definita “adrenalinica”, porta la firma di Jean-Yves Arnaud e Yoann Legave. È girata senza eccessi di effetti speciali, sebbene sia presente una dose notevole di violenza. I toni della fotografia tendono all’azzurro, quando non prevale il nero, com’è tipico delle serie francesi. Rispetto alla Gomorra confezionata in casa nostra, Furies ha una percentuale di humour in più, che scatta quando le scene superano il livello di credibilità per invadere il campo dell’eccesso e del non credibile.

Il cast è davvero notevole per qualità. Affollato da numeri Uno: da Marina Foïs (interprete di “Asterix & Obelix: Missione Cleopatra”; presente, accanto a Jean Reno, nell’”Immortale”; più di recente in “Parigi, tutto in una notte”), a Mathieu Kassovitz (suo l’indimenticabile ”L’odio”, con Vincent Cassel), allo spagnolo di origini tedesche Alex Brendemühl (“Mal di pietre”, con Marion Cotillard). La figura di Lyna è interpretata dalla grintosa Lina El Arabi, giovane attrice di origine marocchina, che ha al proprio attivo film di produzione e regia francesi come “Les meilleures”, noir sentimentale, e l’horror “La Damnée”. Il volto giusto per incarnare la nuova Furia.


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LA SERIE



Otto episodi da 45 minuti su Netflix

PERSONAGGI e INTERPRETI



LINA EL ARABI è Lyna Guerrab

MARINA FOÏS è Selma la Furia

MATHIEU KASSOVITZ è Driss

SANDOR FUNTEK è Orso

STEVE TIENTCHEU è Le Fixeur

EYE HAIDARA è la poliziotta Keïta

JEREMY NADEAU è Elie, poliziotto fidanzato di Lyna

FATIMA ADOUM è Amythis Guerrab