“THE NIGHT MANAGER”
TORNA IN TV LE CARRÉ
LA FRASE – “Chiunque può tradire chiunque, Jonathan. Dovresti saperlo”
Ha la forza e il ritmo di un film ben fatto, anche se è una serie televisiva. Ha la tensione di una storia di John Le Carré. E infatti è tratta proprio da un romanzo di Le Carré, “Il direttore di notte” (1993). Oltre che su un impianto narrativo di considerevole qualità si regge su un cast davvero eccellente.
Protagonista è Jonathan Pine. Lo si vede nelle vesti di impeccabile direttore di un albergo superstellato, al Cairo. In realtà quello è il ruolo che si è scelto nella seconda vita. Nella prima è stato un soldato dell’esercito britannico, in Iraq. Niente lo lascerebbe immaginare. Viene a contatto con un ricco e insospettabile trafficante di armi, Richard Roper, che si scoprirà essere “l’uomo peggiore del mondo”.
In una delle stanze dell’albergo il figlio di un potente politico legato a Roper uccide una delle ospiti, la sua donna, che nel frattempo si era innamorata proprio di Pine per i suoi modi gentili. L’errore fatale, per il rampollo violento, che darà luogo a un seguito affollato di colpi di scena.
Dal Cairo, negli anni successivi, il direttore si sposterà in Svizzera, in un altro albergo con vista sul Cervino. Proprio lì incontrerà di nuovo Roper, accompagnato da un’affascinante ragazza dallo sguardo pieno di tristezza, oltre che da un consistente apparato di guardie del corpo, collaboratori e affaristi.
A quel punto Pine verrà contattato da Angela Burr, per conto di un’ala dei servizi segreti britannici, da tempo alla caccia dell’imprendibile Roper, abilissimo nel non lasciare traccia dei suoi traffici. Di lì è tutto un colpo di scena, capace di catturare l’attenzione come poche altre serie. Il carattere giallo della storia impone il silenzio su ciò che accadrà nelle successive puntate.
La prima comparsa in Italia di questa produzione anglo-americana risale all’aprile del 2016, su Sky Atlantic. Già allora ebbe un bel successo, dovuto soprattutto alla scelta degli attori. Il protagonista è Tom Hiddleston, capace di reggere un ruolo complesso, che va dall’impenetrabilità alla dolcezza, alla spietata determinazione.
Il suo antagonista, Roper, è impersonato da Huge Laurie: il pubblico lo ricorda soprattutto come Dottor House. Qui ne conserva l’antipatia, con l’aggiunta di una perfidia difficilmente raggiungibile. Cinico, ma senza bastone. Angela Burr è interpretata da Olivia Colman (premio Oscar per “The father – Nulla è come sembra”, Golden Globe per “The Crown”, nella parte della regina Elisabetta). Nel romanzo di Le Carré la sua parte era ricoperta da un uomo. Invece è stata scelta lei, nonostante fosse incinta. Alla fine questo ha aggiunto una più efficace nota di realtà.
Tutti e tre – Hiddleston, Laurie e Colman – per la loro interpretazione in “The night manager” hanno ottenuto il Golden Globe.
Molto efficace l’ambientazione. Si salta dall’Inghilterra all’Egitto, dal Marocco alla Svizzera, alla Spagna, alla Turchia. Ci sono anche notevoli effetti speciali, per gli amanti dei fuochi artificiali. Il tutto in una dimensione in cui prevale l’intrigo, il segreto, il sotterfugio.
D’altra parte la matrice risale a Le Carré, resa magistralmente dalla regia di Susanne Bier, premiata con un Emmy Award.
Come mai torna d’attualità una serie che risale al 2016? La ragione è che proprio lo scorso aprile BBC E Amazon Prime Video hanno sottoscritto un accordo per una seconda e una terza stagione.
E noi attendiamo fiduciosi.