16 MAGGIO 2023


PIETÀ L'È MORTA
L'ARTE
E LA RESISTENZA



di BIANCA DI GIOVANNI



È cominciato tutto da un ritrovamento in un archivio polveroso dell’ufficio dell’Economato dell’area metropolitana di Roma. Tra un gruppo di tele stipate provvisoriamente in un deposito occasionale è spuntato fuori un bozzetto a pastello e inchiostro su carta di Ugo Attardi. “Studio per una fucilazione. Particolare” recitava la didascalia autografa dello stesso artista. Erano i giorni dell’invasione russa in Ucraina, febbraio del 2022. E quel ritrovamento è suonato come un messaggio. Da lì è partito un filo rosso, che si è dipanato idealmente dai giorni dell’occupazione nazifascista via via su per il dopoguerra e gli ultimi decenni del ‘900, lungo il quale si sviluppa la mostra sulla Resistenza romana inaugurata il 28 aprile a Palazzo Altieri a Roma.



“Pietà l’è morta” è il titolo dell’esposizione che ancora per pochi giorni, fino al 21 maggio, oltre a una ricca rassegna di opere d’arte, propone un interessante filmato-documentario del 1964 di Libero Bizzarri (che, come la mostra, riprende il titolo dal noto canto popolare partigiano) dove le crude immagini di violenze e di crimini di guerra si alternano con 20 tavole artistiche. Una selezione preziosa, quella filmata. Le opere furono infatti selezionate da Salvatore Quasimodo per una “mostra ideale” immaginata per il ventennio della lotta di liberazione nazionale, nel 1964, che poi divenne un libro d’artista. Ed è proprio questa selezione di immagini corredate da interventi letterari dello stesso Quasimodo o di altri poeti tra cui Pier Paolo Pasolini, che compare nelle stanze di Villa Altieri Si parte naturalmente da “Fucilazione” di Attardi (anzi, ancora prima, dal bozzetto ritrovato, vero pre-testo dell’evento) del 1955, per passare poi a "Gott Mit Uns" di Renato Guttuso, e poi Manzù, Gianquinto, Ferroni, Guerreschi, Biggi, Pacheco. I tratti forti della china, e i segni del pennello, rimandano la ferocia di quella storia di sangue e di coraggio. Si intrecciano i fili dell’immagine e della parola, e si aggiunge quello della scultura, con una “Pietà partigiana” di Gaetaniello, artista romano degli anni ’60, che firma anche un altro gruppo bronzeo, “Roma città aperta”.



Arricchiscono il corredo espositivo alcune riproduzioni fotografiche dell’archivio Togliatti, mentre le 13 opere originali messe in mostra provengono in parte dalla collezione Dario Micacchi, critico d’arte e storica firma de l’Unità, e dalla famiglia Marchini. A curare l’esposizione, aperta come si ricordava fino al 21 maggio, sono Ivana della Portella, Francesco Mozzetti e Maria Cristina Rossini. Mentre ad “accompagnare” locandine e inviti è la riproduzione di un piccolo ritratto di Gramsci firmato Guerreschi, anch’esso messo in mostra, con una falce e martello ben visibile sulla fronte e una lunga fila di ombre stilizzate sullo sfondo.



Un viaggio quindi dagli anni dolorosi della lotta partigiana, a quelli della riflessione artistico-letteraria, di una intellighenzia impegnata a dare senso poetico alla storia appena trascorsa. Ma a dare corpo, carne e anima (oltre che segno e forma) a tutta l’esperienza partigiana è la sezione documentale dell’esposizione, collocata in una sala separata (al piano superiore), dove lunghe teche in vetro riportano scritti, depliant, piccole pubblicazioni sulle storie degli uomini e le donne vittime della violenza nazista, spesso autografate a mano dai parenti rimasti in vita e dati in omaggio a diversi presidenti e consiglieri dell’allora Provincia di Roma (oggi area metropolitana). Una galleria di lutti e memorie che testimonia come quella battaglia a Roma fu vera lotta di popolo, che innervava tutti gli strati della società, che animava speranze e sogni di un’Italia nuova.






ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI


© Tutti i diritti riservati




ritorna
Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»