8 MAGGIO 2023


BRUXELLES
PRIMAVERA INCANTATA
NELLE SERRE DEI RE



di GIULIA GIGANTE



(Le Serre reali di Balat - foto di Jean-Pol Grandmont)

Nel paese delle brume il risveglio dai sopori invernali è tardivo, ma mozzafiato. Da un giorno all’altro, il Belgio sboccia e fiorisce in un tripudio di colori e profumi che stordisce per la sua intensità e suscita stupore per tanta inusitata bellezza.



È questo il momento di visitare queste contrade! Già solo camminando senza meta per Bruxelles ci si ritrova avvolti in un’atmosfera poetica con i filari di ciliegi giapponesi che tingono di rosa i viali e le vie di numerosi quartieri della città, da Schaerbeek a Ixelles, da Woluwé a Uccle.



Effimera – come sempre la bellezza – la fioritura dei sakura dura un paio di settimane e si conclude con un tappeto di petali rosa che dispiace calpestare. Nel frattempo, però, sono sbocciate le magnolie e, un po’ ovunque, su muri e pergolati si arrampicano e intrecciano i glicini mentre al centro di molte piazze troneggiano aiuole di tulipani variopinti ondeggianti nel vento.



Oltre a girovagare per la città seguendo itinerari floreali, ci sono alcuni eventi assolutamente da non perdere e, tra questi, un must è la visita al “giardino del re”: le Serre reali di Laeken. Per noi comuni mortali non provvisti di teste coronate i varchi di questo paradiso botanico si schiudono una volta all’anno, durante le tre settimane a cavallo tra aprile e maggio in cui nel parco dell’attuale residenza del re Filippo del Belgio e della sua famiglia vengono ammessi visitatori.



La tenuta di circa 200 ettari, il cui aspetto attuale ha cominciato a delinearsi nella seconda metà dell’Ottocento, sotto il regno di Leopoldo II, è magnifica: oltre al castello e a numerose dépendance comprende un immenso parco all’inglese con alberi fioriti, laghetti, prati e boschetti e una vista sconfinata con apparizioni quasi surreali come quella della Torre giapponese costruita per l’Esposizione universale del 1897.



Nel bel mezzo di questo giardino delle meraviglie si erge una sorta di “cattedrale botanica” in ferro e vetro in puro stile Art Nouveau: il gigantesco complesso delle serre costruito su progetto di Alphonse Balat, che si avvalse per la loro realizzazione anche della collaborazione del suo migliore allievo, il celebre Victor Horta, che sarà poi l’artefice delle più belle dimore liberty brussellesi. Già dall’esterno gli edifici delle serre colpiscono per l’eleganza architettonica e l’armonia delle proporzioni, per il gioco di riflessi che si crea con le luci e le ombre del paesaggio, ma una volta entrati si è catturati non solo dalla ricchezza e varietà delle piante e dei fiori provenienti da tutte le latitudini del continente, dall’Africa all’Australia, dall’Asia all’America latina, ma anche dalla maestria con cui sono disposti e che fa di ogni angolo un’opera d’arte.



Ci sono padiglioni che ospitano piante esotiche, soprattutto quelle australiane, molti palmeti, ma anche serre e gallerie non meno affascinanti in cui sono coltivate piante più ordinarie – azalee, ortensie, gerani, camelie e numerosissime altre – con risultati che sono però fuori dal comune; e un intero padiglione particolarmente ricco dedicato alla vegetazione del Congo. Si esce dalla visita alle serre, soprattutto se la si fa verso il tramonto, con gli occhi e la mente pieni di bellezza, riconciliati con la vita.






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