CORDOVA
GIOIELLO ANDALUSO
UN PROMOTOUR
DOPO LA PANDEMIA

"Córdoba. Lejana y sola", lontana e sola, come in una triste poesia di Lorca. Questo devono aver pensato gli amministratori della città andalusa analizzando le cifre del movimento turistico durante la pandemia: un crollo delle presenze in uno dei gioielli di Spagna, paese che tradizionalmente ospitava quasi cinque milioni di italiani l'anno, quarta nazionalità nella classifica degli ingressi.
È vero che già nel 2022 ci sono stati sintomi forti di ripresa. Ma insomma, per ripartire come si deve a Cordova (dove dopo il Covid di italiani ne sono arrivati finora ancora pochini, quarantamila) la provincia ha organizzato un giro promozionale (anche) a Roma.
A Inmaculada Silas Márquez, delegata al turismo e vicepresidente dell’Ente provinciale ad hoc e José Manuel Mármol Servián, Direttore dell’EPT di Cordova, il compito di presentare nello spazio TurEspaña (ospiti della direttrice Maite Marín García e di Gonzalo Ceballos, direttore dell'ente del turismo spagnolo a Roma) la città e le sue incontestabili bellezze.
Quattro delle quali sono patrimonio Unesco: la Moschea Cattedrale, la Medina Azahara, il centro storico tutto e la “Fiesta de los Patios". Di altre due - sempre ricchezze Unesco -, il flamenco e la dieta mediterranea, Cordova è compartecipe. E ha presentato candidatura a patrimonio immateriale anche per il paesaggio delle sue distese di ulivi.
Le carte per persuadere i viaggiatori a fermarsi nuovamente a Cordova non mancano. Inmaculada Silas ha elencato cifre che parlano di una organizzazione turistica imponente: tre parchi naturali, sette denominazioni di origine protetta, tre riserve starlight, sei greenways con quasi 200 km di percorsi, 2.300 siti archeologici catalogati, 36 castelli, 8 bacini navigabili e 13 spazi per convegni e congressi.
Senza dimenticare la gastronomia, altra protagonista storica dell'offerta di Cordova: il salmorejo, alias vellutata di pomodori, pane, aglio e olio di oliva; il prosciutto iberico di ghianda “Los Pedroches”, i vini a denominazione d’origine protetta Montilla-Moriles e così via gustando.
Da sinistra Gonzalo Ceballos, Inmaculada Silas Márquez e José Manuel Mármol Servián)
Mármol Servián ha insistito sulle stratificazioni di civiltà che effettivamente fanno di Cordova, "capitale dell'Islam occidentale", una sorta di immenso diorama, in cui hanno convissuto e convivono resti e tradizioni del passato romano, del mondo musulmano, dell'ebraismo e della cristianità, in una sintesi di cui la Mezquita, la Moschea Cattedrale, è l'espressione forse più conosciuta.
Come sa chiunque abbia viaggiato in Andalusia, a Cordova - normalmente abbinata nei tour agli altri 'borghi belli' andalusi, Siviglia e Granada, si arriva da Madrid con l'Alta velocità in un’ora e quarantacinque minuti, e dall’aeroporto internazionale di Malaga in un’ora e mezza. O in charter.
Ma le speranze maggiori sono puntate in questi mesi sulla ristrutturazione dell'aeroporto, del quale sono stati ampliati il terminale e le aree di imbarco. Secondo le previsioni, entro fine 2023 dovrebbe essere in grado di trasportare più di centomila passeggeri da e verso molte destinazioni europee commerciali: in pole position gli scali tedeschi e inglesi, e alcune destinazioni nazionali - Bilbao, le Canarie e Baleari, Barcellona. Sono stati valutati anche collegamenti con il Nord Africa. Sull'Italia, si vedrà.
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