15 NOVEMBRE 2022


MONTE FAITO
PARADISO
(SEMI) PERDUTO
A PICCO
SUL GOLFO

di TINA PANE


-

Condividi su:

Appena si è chiusa la porta della cabina e la funivia ha iniziato il suo percorso, mi sono voltata indietro a guardare i tetti, le cupole e le macchie di verde della città di Castellammare di Stabia che si allontanava rapidamente alla vista.



E mi sono chiesta dov’è che stava la fontanella dove prendevamo l’acqua della Madonna, con taniche e boccioni, quando da bambina andavamo quasi ogni fine settimana dai parenti ad Agerola. All’epoca non c’era la superstrada, venendo da Napoli si finiva sul trafficatissimo viale Europa da cui ci si addentrava nel centro storico; e siccome la deviazione per l’acqua non si era mai trasformata in una passeggiata di conoscenza della città, per me Castellammare era solo la scocciatura della sosta alla fonte e il desiderio, raramente esaudito, dei biscotti tipici che insistenti ambulanti vendevano alle auto in fila al casello dell’autostrada.



Ma neanche questa volta era il turno di Castellammare, perciò ho girato le spalle all’ingombrante sagoma del Vesuvio, ‘a muntagna per eccellenza, e ho diretto lo sguardo al Monte Faito mentre la funivia ne sorvolava le pendici ammantate di secolari alberi di faggi, di lecci e di castagni.



In un percorso di soli 8 minuti questa ardita funivia, che ha appena festeggiato i suoi primi 70 anni, copre un dislivello di oltre 1000 metri e rappresenta un modo veloce ed emozionante per ascendere alla cima più famosa della catena dei Monti Lattari. Arrivati alla stazione superiore si percepisce subito un’aria fresca e fine che si mescola agli odori delle zuppe campagnole e della carne alla brace del bar-ristorante che accoglie i visitatori, poi si entra nella natura.



Seguendo le indicazioni dei vari percorsi CAI praticabili per scoprire il territorio immergendosi nei boschi e godendo degli scorci sul panorama, troviamo il sentiero più battuto, quello che porta in una ventina di minuti di passeggiata facile, ma con un certo dislivello, al Belvedere, una terrazza sul mare che nei giorni di buona visibilità offre una vista sul Golfo di Napoli (con un’insolita prospettiva di Capri), l’entroterra casertano e addirittura il litorale Domizio.



Per ammirare il Golfo di Salerno e la Costiera Amalfitana bisogna invece percorrere il sentiero 330, più lungo e difficile, che porta al Molare, una cima del Faito dalla caratteristica forma di dente, mentre ancora un altro sentiero porta al piccolo Santuario di San Michele dove la tradizione vuole che i santi Catello e Antonino raccolti in preghiera ricevessero l’apparizione dell’arcangelo.



Di fatto, però, la maggior parte delle persone che salgono al Faito - nel fine settimana soprattutto famiglie con bambini e anziani che vengono per una scampagnata e l’aria buona - lo fanno con l’auto. Un tempo si arrivava su dalla stessa Castellammare, la strada fu chiusa però tanti anni fa per una frana e non è mai stata risistemata. L'alternativa che ha ormai prevalso è la provinciale che sale dalla vicina Vico Equense. Si parcheggia nel piazzale prima del Belvedere, e i più si “limitano” ad affacciarsi da questo per poi farsi sedurre dai panini funghi e provolone del monaco e dagli altri piatti e prodotti tipici che un altro bar-ristorante serve nelle belle giornate ai tavolini all’aperto e con vista sul mare, il cielo e i boschi circostanti.



Un centro sportivo con piscina, altri ristoranti e punti ristoro e anche molte case e villette sono stati costruiti sul Faito a partire dal secondo dopoguerra e soprattutto in seguito all’apertura della funivia, che ha funzionato e funziona da attrattore turistico, pescando nella vasta e affezionata utenza della costiera sorrentina e negli stessi residenti della popolosa zona. Negli anni Cinquanta e Sessanta si coltivò il sogno di una vera e propria stazione montana estivo-invernale, una aspirazione di cui resta l'urbanizzazione di stile alpino, poco frequentata e spesso cadente, con piccoli abusi e discariche che violentano il fascino dei luoghi, pur non riuscendo a soffocarlo.



Prima di diventare una meta per soggiorni ed escursioni, dalla fine del ‘700 il Faito è stato sfruttato per il legname, una risorsa che consentì a Ferdinando I di Borbone di impiantare i cantieri navali a Castellammare dove si costruivano le navi della sua flotta, e per la produzione di ghiaccio, realizzata durante la stagione invernale riempendo dei grandi fossati di uno strato di foglie su cui si depositava la neve che dopo aver ghiacciato veniva portata a valle e usata per la conservazione dei cibi.



Questa montagna a picco sul mare ha anche una storia naturale affascinante, perché le sue antiche rocce carbonatiche risalenti al Mesozoico sono state in tempi relativamente più recenti ricoperte da strati di prodotti piroclastici provenienti dalle eruzioni del Vesuvio. Questo mix ha prodotto un suolo fertile che a seconda delle stagioni si colora di specie floristiche particolari, come il giglio di san Giovanni o la vedovella napoletana.



E dunque va da sé che bisognerebbe impegnarsi a camminare ed esplorare, senza fretta e con occhi attenti, consapevoli che il brivido dell’aria e del panorama non sono le uniche attrattive del Faito. Consiglio che rivolgo anche a me stessa, perché breve è stata la passeggiata fino al Belvedere anche se di nuovo è grande l’emozione - grandezza ‘e ddio!, diciamo da queste parti, e rende bene la sensazione. Ci tornerò, mi sono ripromessa, con altri tempi e altra compagnia, e già che ci sono ne approfitterò per pagare anche il debito con Castellammare.







ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI FOGLIEVIAGGI


© Tutti i diritti riservati




Foglieviaggi è un blog aperto che viene aggiornato senza alcuna periodicità e non rappresenta una testata giornalistica. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Le immagini presenti sul sito www.foglieviaggi.cloud provengono da internet, da concessioni private o da utilizzo con licenza Creative Commons.
Le immagini possono essere eliminate se gli autori o i soggetti raffigurati sono contrari alla pubblicazione: inviare la richiesta tramite e-mail a postmaster@foglieviaggi.cloud.
© foglieviaggi ™ — tutti i diritti riservati «all rights reserved»